MONITORAGGIO DEI GHIACCIAI


Il ghiacciaio dei Bossons nel XVIII secolo, quando la discesa a valle dei ghiacciai generava problemi per le popolazioni locali
La valanga di ghiaccio e roccia della Brenva che provocò 2 vittime (gennaio 1997)

I ghiacciai: una realtà dinamica che evolve nel tempo

I ghiacciai rappresentano una delle componenti più affascinanti e vulnerabili del paesaggio alpino valdostano. Sebbene la loro estensione si sia ridotta sensibilmente negli ultimi vent'anni, essi occupano ancora oggi poco più del 3,5% del territorio regionale, mantenendo un ruolo fondamentale nell’equilibrio ambientale e nelle dinamiche naturali della nostra regione.
La Valle d'Aosta è infatti la regione italiana con il maggior numero di ghiacciai e la maggior superficie di territorio ricoperta da ghiacciai.
Negli ultimi decenni, la crescente sensibilità nei confronti del cambiamento climatico ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni il destino dei ghiacciai e le implicazioni del loro rapido ritiro. Questo fenomeno non riguarda soltanto la perdita di superficie glaciale, ma determina profondi cambiamenti nei bacini montani che li ospitano, innescando processi evolutivi complessi che coinvolgono il suolo, l'acqua, i versanti e la vegetazione.
Queste trasformazioni generano, nuove forme di rischio idrogeologico, anche in contesti dove i ghiacciai non sono più presenti o risultano fortemente ridimensionati. In molti casi, i ghiacciai sono coinvolti indirettamente in eventi naturali come frane, colate detritiche, piene improvvise e instabilità dei versanti, con ripercussioni importanti anche su aree della regione distanti dalle attuali aree glaciali.
Comprendere e monitorare questi fenomeni è fondamentale per pianificare efficacemente la gestione del territorio e tutelare la sicurezza delle persone e delle infrastrutture, soprattutto a fronte dei futuri effetti del riscaldamento globale. La Regione Autonoma Valle d’Aosta è impegnata da anni, attraverso Fondazione Montagna Sicura, che da più di 20 anni sviluppa attività scientifica sui ghiacciai valdostani e in collaborazione con ARPA Valle d'Aosta, enti di ricerca e università, in attività di studio, sorveglianza e prevenzione dei rischi legati ai cambiamenti dei ghiacciai.

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Il monitoraggio dei ghiacciai

Monitorare i ghiacciai non significa solamente studiarne l'evoluzione per gestire gli eventuali rischi indotti dalla loro dinamica sul territorio. I ghiacciai sono anche un'importante riserva di acqua dolce per le popolazioni alpine e un'attrazione turistica di primo piano. Anche per queste ragioni, l'Amministrazione regionale, ha costituito la Cabina di Regia dei Ghiacciai Valdostani (CRGV), un gruppo di lavoro che, sotto il coordinamento della Regione, raduna tutti i soggetti i quali, a vario titolo, monitorano alcuni ghiacciai o gli ambiti periglaciali del territorio valdostano.
La CRGV consente quindi, sia agli studiosi che ai cittadini, di comprendere rapidamente quale sia lo stato dei ghiacciai della Regione, soprattutto grazie alle informazioni rese disponibili tramite il sito sottoZero.

Le situazioni di rischio glaciale

Il rischio glaciale è l’insieme delle situazioni di pericolo naturale legate alla presenza e all’evoluzione dei ghiacciai, fenomeni strettamente connessi ai cambiamenti climatici in atto. In Valle d’Aosta, dove i ghiacciai ricoprono ancora oltre il 3,5% del territorio, il loro progressivo ritiro non solo modifica profondamente il paesaggio, ma può generare conseguenze significative in termini di sicurezza del territorio.

I rischi glaciali si possono distinguere in due categorie principali:

Rischi diretti
Si verificano quando è il ghiacciaio stesso a generare un evento pericoloso. Tra questi:

  • Crolli di seracchi o porzioni instabili del ghiaccio,
  • Movimenti rapidi di masse glaciali in avanzamento o in dissesto (ad es. ghiacciai temperati instabili),
  • Rottura improvvisa di laghi glaciali (GLOF – Glacier Lake Outburst Flood), con rilascio violento di grandi volumi d’acqua.

Rischi indiretti
Sono legati agli effetti secondari del ritiro glaciale, che può destabilizzare l’equilibrio dei bacini montani e generare fenomeni come:

  • Frane e crolli rocciosi in aree liberate dal ghiaccio,
  • Cedimenti delle morene frontali o laterali,
  • Valanghe miste di roccia, ghiaccio e neve, originate da processi complessi innescati anche a distanza nel tempo dal ritiro del ghiaccio.

In alto: i differenti tipi di rischio che possono essere generati dalla dinamica dei ghiacciai

Il monitoraggio del rischio glaciale

La Regione, fin dal 2004, ha avviato un articolato Piano di monitoraggio del rischio glaciale e periglaciale sul territorio valdostano, gestito operativamente dalla Fondazione Montagna Sicura.

Tale piano comprende:

  • l’analisi di dati telerilevati (ortofoto, immagini satellitari) e la raccolta di segnalazioni da enti locali e professionisti;
  • rilievi mirati e indagini su apparati glaciali e aree periglaciali (inclusi settori deglacializzati e aree soggette a permafrost);
  • la ripresa annuale da elicottero di tutti i ghiacciai per identificare elementi potenzialmente pericolosi, meritevoli di approfondimenti particolareggiati.

Le schede delle situazioni di rischio vengono aggiornate annualmente, e in presenza di criticità si attiva il sistema di monitoraggio più approfondito, garantendo così la massima attenzione in un contesto di cambiamento climatico marcato.

L'architettura del sistema di monitoraggio del rischio glaciale

Il territorio della Valle d'Aosta ospita, ad oggi, 184 apparati glaciali. Non tutti questi apparati sono fonte di situazioni di rischio. Dal momento però che l'evoluzione dei ghiacciai è governata da molteplici fattori indipendenti, in un contesto complesso, la scelta più razionale è quella di sottoporre tutti i ghiacciai della Regione ad una campagna periodica annuale di osservazione che consiste in un vero e proprio screening, come si fa per la salute della popolazione. Le situazioni "sospette" sono poi sottoposte ad ulteriori accertamenti più approfonditi.
Il monitoraggio dei ghiacciai come quello degli altri fenomeni di instabilità di versante sul territorio regionale si basa su quindi su tre livelli di approfondimento successivo con attenzione crescente a seconda della potenziale criticità del fenomeno:

  1. Monitoraggio conoscitivo (knowledge monitoring): è quello condotto nell’ambito del piano di monitoraggio dei ghiacciai valdostani;
  2. Monitoraggio di controllo (control monitoring): si tratta di un livello di monitoraggio più intensivo, che è volto a comprendere meglio le dinamiche di alcuni apparati che hanno mostrato un comportamento potenzialmente pericoloso e, se del caso a monitorarli con maggiore attenzione a fini di protezione civile;
  3. Monitoraggio per protezione civile (emergency monitoring): riguarda quei ghiacciai che, a seguito delle attività monitoraggio del livello 2) devono essere seguiti con continuità perché potrebbero generare situazioni di rischio glaciale. I risultati del monitoraggio, qualora producano elementi tali da far presumere un comportamento del ghiacciaio che sia fonte di pericolo, possono condurre all'adozione di misure di protezione civile da parte delle Autorità competenti per legge.

Ad oggi, su 184 apparti glaciali, 1 ghiacciaio e 1 situazione di rischio periglaciale sono sottoposti al monitoraggio di secondo livello. Si tratta, rispettivamente, del Gh.io di Praz-Sec, nel Massiccio del Monte Bianco (Val Ferret- Comune di Courmayeur) e dello Sperone del Col Moore (Gh.io della Brenva - Comune di Courmayeur) nel Massiccio del Monte Bianco (Val Veny- Comune di Courmayeur).
Il monitoraggio di terzo livello, ad oggi, riguarda invece il Ghiacciaio di Planpincieux e il Seracco Whymper, entrambi nel Massiccio del Monte Bianco (Val Ferret - Comune di Courmayeur) ed il lago proglaciale del Grand Croux (Valnontey in Comune di Cogne).

[Via Promis, 2 Aosta- Italia]

"Ora si è riconosciuto che la geologia dei paesi difficili (e le Alpi sono difficilissime) non altrimenti si può condurre sicuramente che studiando passo a passo e nei più minuti particolari le regioni a cui si riferisce".

Quintino Sella, 1864

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